Luigi Giussani Il Senso Religioso Pdf 11
Il senso religioso è un saggio del sacerdote cattolico e teologo Luigi Giussani, fondatore del movimento Comunione e Liberazione. È il primo volume del PerCorso, opera in tre parti, pubblicata per la prima volta tra il 1986 e il 1992, nella quale don Giussani riassume il suo itinerario di pensiero e di esperienza e che rappresenta la base, sviluppata in quarant'anni di insegnamento, della sua proposta educativa.[1]
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Tra i libri più conosciuti e più letti di Giussani, Il senso religioso divenne, con i volumi successivi del PerCorso, uno dei testi base della "Scuola di Comunità", il gesto di catechesi degli aderenti al movimento di CL.[2]
L'opera ricalca, sviluppandola, l'impostazione data da don Giussani in una sua prima opera intitolata proprio Il senso religioso e pubblicata originariamente nel 1966. Seguendo lo schema lì adottato, il PerCorso inizia col tema del senso religioso inteso come essenza stessa della razionalità e la radice della coscienza umana. Il secondo volume riguarda il tema della rivelazione, mentre il terzo verte sul tema della Chiesa.[1][4]
Il senso religioso fu pubblicato nel marzo del 1986 da Jaca Book e fu seguito, negli anni successivi, dagli altri volumi del PerCorso: All'origine della pretesa cristiana nel 1988 e Perché la Chiesa, in due tomi, nel 1990 e nel 1992.[5]
Nel 1997 Rizzoli Editore, che aveva iniziato a pubblicare i libri di Giussani e la collana I libri dello spirito cristiano diretta dallo stesso, realizzò quella che, riveduta e corretta, con un nuovo apparato bibliografico e di note, una nuova introduzione dell'autore e una prefazione dell'allora presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, cardinal James Francis Stafford, è considerata l'edizione "definitiva" de Il senso religioso.[5][6] Il testo fu poi pubblicato anche in edizione economica nella Biblioteca Universale Rizzoli nel 2003.[7]
Nel 2010 Rizzoli ha pubblicato una edizione rinnovata del volume del 1997 con l'identico testo, ma con un aggiornamento dell'aparato delle note. Nello stesso anno l'editore ha pubblicato un audiolibro de Il senso religioso su CD-ROM in formato MP3 con un fascicoletto allegato che ripropone i capitoli 5 e 10 del testo cartaceo.[9]
L'edizione in lingua inglese de Il senso religioso, pubblicata da McGill-Queen's University Press di Montréal, fu presentata al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York l'11 dicembre del 1997 per iniziativa di monsignor Renato Martino, Osservatore permanente della Santa Sede all'ONU, con interventi del monaco buddista e professore dell'Università del Monte Koya Shingen Takagi, del musicista di origine ebrea David Horowitz e del teologo cattolico David Schindler.[10][11]
Il senso religioso e gli altri testi del PerCorso sono alla base del volume per l'insegnamento della religione cattolica rivolto agli studenti delle scuole superiori intitolato Scuola di religione e pubblicato dalla SEI di Torino nel 1999 (e in una nuova edizione nel 2003).[12][13]
Nel libro don Giussani espone il concetto che la vera essenza della razionalità e la radice della coscienza umana sono reperibili nel senso religioso dell'io.[14] La ragione è ciò che ci definisce uomini, per questo Giussani si rifà alla ragione nella sua più ampia definizione: occhio spalancato sulla realtà e non un insieme ridotto di categorie, in cui solo ciò che è forzato ad entrare ha valore e ciò che non entra è considerato irrazionale dalla mentalità moderna.[15][16]
Secondo Carrel invece di imparare dalla realtà in tutti i suoi dati, costruendo su di essa, si cerca di manipolare la realtà secondo le coerenze di uno schema prefabbricato dall'intelletto.[18]Ne consegue, secondo Giussani, che per ogni indagine seria su ciò che ci circonda occorre realismo, cioè una mentalità aperta che abbia come oggetto dell'osservazione l'interezza dell'avvenimento reale. Anche nell'osservazione dell'esperienza religiosa che, osserva l'autore, è la più diffusa nell'attività umana. La domanda del senso religioso che senso ha tutto? è un dato oggettivo e diffuso nell'attività dell'uomo di ogni tempo e investe, coinvolge tutta l'attività umana.[19]
Nei successivi capitoli l'autore si addentra nel tema del libro, il senso religioso. Prima definisce i termini caratteristici della ricerca della verità: il punto di partenza è sé stessi, un io in azione, non statico, là dove i fattori costitutivi dell'umano sono impegnati nell'azione. Un io impegnato con la vita, intera, senza dimenticare nulla, poiché dentro ogni gesto sta il passo verso il proprio destino.[32] Gli aspetti di questo impegno sono una lealtà verso la tradizione, secondo un principio critico, nativo in noi, cioè l'esperienza elementare, e il valore del presente, cioè l'uomo in azione ora. L'autore descrive una duplice realtà che l'uomo scopre nel suo presente: la prima è una realtà misurabile e quindi frazionabile, divisible, ma anche mutevole, in sintesi materiale; la seconda realtà non è invece misurabile, non dipende dal tempo, appare non mutevole, è la realtà dell'idea, del giudizio, della decisione. L'io è fatto di due realtà diverse e tentare di ridurre l'una all'altra sarebbe negare l'evidenza dell'esperienza (cfr. Mt4,4[33]), come avviene nella riduzione materialista.[34]
Come aveva già fatto nella prima versione de Il senso religioso del 1966, Giussani parte, per descrivere il tema delle domande ultime, dalla figura del pastore errante di Leopardi (che, insieme a Shakespeare, è l'autore più citato nel testo).[35]
Giussani conclude che solo l'ipotesi di Dio, solo l'affermazione del mistero come realtà esistente oltre la nostra capacità di ricognizione corrisponde alla struttura originale dell'uomo.[39] Solo l'ipotesi dell'esistenza di Dio, colui che colma il cuore con la sua assenza, è la risposta alle domande del cuore e al senso religioso.
Il decimo capitolo de Il senso religioso è uno degli scritti più conosciuti e citati dell'opera di don Giussani.[2] L'autore pone il problema di come fanno a destarsi le domande ultime che sono costitutive della coscienza umana. La risposta è nel rapporto, nella reazione che ha l'uomo di fronte alla realtà. Occorre cioè osservare la dinamica umana nel suo impatto con la realtà.[44]
Conclude l'autore: L'impossibilità della rivelazione è il dogma fondamentale del pensiero illuministico, il tabù predicato da tutta la filosofia liberale e dai suoi eredi materialisti, l'estremo tentativo della ragione di farsi misura del reale. Ma l'ipotesi della Rivelazione non può essere distrutta da alcun preconcetto o da alcuna opzione. Essa pone una questione di fatto, cui la natura del cuore è originariamente aperta. Occorre per la riuscita della vita che questa apertura rimanga determinante. Il destino del senso religioso è totalmente legato ad essa.[60]
Il senso religioso è uno dei testi più noti di Giussani ed è stato tradotto e pubblicato in più di venti lingue, tra cui l'arabo e il giapponese.[4][5][63][64][65] Nel 2022 i temi affrontati nell'opera sono diventati un podcast in 13 puntate, con estratti di interventi dello stesso Giussani durante alcuni suoi corsi universitari tenutisi tra il 1978 e il 1985.[66]
Giussani affrontò per la prima volta il tema del senso religioso nel dicembre del 1957 in un breve testo di 32 pagine scritto per la Gioventù Italiana di Azione Cattolica a partire da una lettera pastorale dell'allora arcivescovo di Milano Giovanni Battista Montini, intitolata proprio Sul senso religioso.[1][2][3][4][5]
Nel 1966 la giovane casa editrice milanese Jaca Book pubblicò sotto questo titolo una parte degli appunti, riguardanti in particolare l'esperienza religiosa dell'uomo. Il volumetto divenne uno dei testi di riferimento delle comunità di Comunione e Liberazione e il tema del senso religioso divenne il perno delle lezioni di don Giussani all'Università Cattolica di Milano a partire della metà degli anni sessanta.[1]
Negli anni ottanta, don Giussani realizzò una nuova versione de Il senso religioso, con un testo completamente nuovo, frutto in gran parte delle lezioni tenute dal teologo per il corso di introduzione alla teologia all'Università Cattolica fino a quel momento. La nuova versione, il primo volume della trilogia del PerCorso, divenne uno dei testi più noti e diffusi di don Giussani, tradotto in molte lingue e presentato, nella sua versione in lingua inglese, al palazzo di vetro delle Nazioni Unite.
Il senso religioso è al livello di queste inevitabili domande, al livello in cui l'uomo attende una risposta esauriente a queste domande. Un livello implicito in qualunque posizione umana. È la natura stessa della ragione, del nostro pensiero, della nostra coscienza che si pone come senso religioso, e qualunque sia la posizione filosofica, politica, teoretica, tali domande sono espressione di tutti. Tutta la vita, tutte le circostanze affermano l'esistenza di un quid che sia ultimamente il senso per cui si vive.[9]
Il senso religioso è, per sua natura, un fattore ineliminabile, coincide con quel senso originale, totale di dipendenza che è l'evidenza più grande e suggestiva per l'uomo di tutti tempi. Quel qualcosa da cui tutto dipende si chiama, nella tradizione religiosa, esplicitamente Dio.[10]
Giussani pone metodologicamente una differenza tra senso religioso, qualunque forma di consapevolezza di questa dipendenza, e religiosità, intesa come l'insieme di teorie e di pratiche di vita che da essa scaturiscono nella storia e nella tradizione. Il senso religioso è una dote caratteristica della natura umana e fra tutte le capacità umane è la fondamentale perché si rivolge al bene finale e conclusivo, riassume tutti gli scopi delle altre capacità della nostra persona.[11]